Chiudo gli occhi ad occhi aperti e mi sveglio nel mio intestino nel bel mezzo della flora, che né mi attacca, né mi risucchia, né mi divora, a dire ma verità è un posto tranquillo, dal clima mite, le giornate soleggiate e queste piacevoli zone ombreggiate da alberi diversi che svolgono sicuramente una diversa funzione nella stratificazione di questo sistema forestale mi danno protezione anche se non dispongo di questa nozione e la mia conoscienza non se ne avvale.
Tranquillamente mi sento parte del tutto, laddove la mia funzione va ben oltre l'apparenza, non richiede alcuna mia azione ma solamente la presenza, l'attività costante che alimenta l'evoluzione dell'essenza.
Così descrivo la mia situazione intestinale, di come mi situo nell'ileo, tranquilla zona duodenale, con villi in perenne giubileo che mi vanno ad ombreggiare stagliandosi nel cielo blu ceruleo e microvilli sui quali mi posso comodamente adagiare, entrambi con un sotterraneo sviluppo equivalente alla loro dimensione, che forma così un eterogeneo e spontaneo sistema di assorbimento subitaneo che è possibile contemplare in un immaginario rapporto comunicativo e confidenziale con Linneo, che in questo sistema digestivo diventa mio coetaneo induttivo del suo pensiero intuitivo e certamente l'idoneo insegnante e guida per la mia mente in questo ambiente estraneo.
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