martedì 8 maggio 2012

Il BUS per Okhaldhunga


Un BUS e una storia, ovviamente NEPALESE.


Dopo altri 2 cambi di bus e altre 4 ore di viaggio, di cui l'ultima passando a tutta velocità nell'alveo di un fiume in secca, giungevo in un ignota località, giusto luogo di passaggio e di celere cambio di bus.
Una volta caricato il mio zaino sul tetto nel nuovo autobus, arrivò l'ingigantito dejà-vu: tornai a 15 anni ed eccomi lì che spingevo la mia Ape50 con il motore d'avviamento rotto per farla partire in seconda... ritorno nella realtà ed eccomi invece a spingere questo bus assieme ad altre venti persone per la stessa motivazione.

Ecco l'inizio di questo viaggio epico: un bus stracolmo, davvero caricato all'inverosimile, dentro e fuori, parte a spinta e poi inizia a percorrere stradine sterrate, guadare torrenti, ruscelli, salite, discese, altri guadi ed infine la salita; non una salita qualsiasi ma la salita dalla pianura del Terai verso le montagne dell'Everest.
Stradine minuscole, sterrate, ripide: mulattiere, e questo bus che procede a tutta velocetà e con ottima ripresa grazie ad un eccelso uso della frizione da parte di questo giovane autista.
Per riassumere in breve la lunga salita: 5 soste per raffreddare il radiatore manualmente a secchiate d'acqua, altre 2 soste per necessitate evacuazioni dei liquidi interni da parte dei passeggeri, una pausa di 20 minuti per riparare un pezzo del motore (ovviamente con un pezzo di legno), innumerevoli soste per scaricare qualcuno e qualcosa e caricarne ancora di più, miriadi di vallate attraversate, per passare dalla giungla ad una vegetazione di montagna equatoriale ed infine pausa snack.

Ecco che colgo l'occasione per conoscere il mio autista, anche mio coetaneo, nei confronti del quale avevo maturato una gran stima visto il tragitto che riusciva a percorrere con quell'enorme catorcio. Avevo già notato alla partenza tramite la gestualità tra lui e i sui amici che ci accomunavano alcune passioni oltre all'età. Così, ho colto l'occasione per conoscerlo e giacché incominciavo ad avere un po' di latte alle ginocchia per questa mia intera giornata di viaggio in autobus, ho colto anche l'occasione per offrirgli una birra e poi un po' di rocsy, un bel po' di rocsy (tipico alcolico nepalese, tipo grappa, forte ed economico), offerta ricambiata felicemente con qualche risa, qualche zanca e qualche chiacchiera e poi.. dopo aver caricato bene l'alcol e scaricato le inibizioni abbiamo ripreso il viaggio.
Il giovane autista, tutto contento della nuova conoscenza, per l'alcolica discesa mi ha riservato il posto a fianco a se, davanti al parabrezza ed ecco che giuuuuuuuuuùùùùùùùùù... si va... a tutta velocità.
Una discesa da pazzi, adrenalina inequiparabile a qualunque luna park o altra esperienza. Queste dieci tonnellate che scendono, con le gomme lisce e un albero motore riparato con un pezzo di legno, da delle folli discese strette e sterrate, con curve a gomito e tornanti tutto il tempo.
Il bus che ovviamente è privo di servosterzo è bello faticoso da guidare e vedendo i muscoli in tensione dell'autista ad ogni curva confido in loro, nella loro tenuta del volante e nella tenuta dell'autubus sulla mulattiera.
Se siete di fretta e non soffrite di cuore, gonfiare d'alcol il vostro autista nepalese è la soluzione, poi tenetevi forte e pregate per arrivare a destinazione.

Giunti a destinazione, scarichiamo tutti i passeggeri e la merce nelle varie frazioni del paese e una volta parcheggiato l'autobus ci fermiamo su esso a fraternizzare. Un gruppo di 6 ragazzi, me e loro. Loro tutti del luogo, tutti felicemente a spartirsi il guadagno ottenuto durante quell'impervio tragitto.. per loro la normalità. Tutti felici di conoscermi e condividere momenti di relax e piacere, dopo un lungo viaggio, durante un tenue tramonto. Mi hanno proprio preso come parte del gruppo e felici, sorridenti e ben affamati siamo ci siamo diretti in un luogo a loro ospitale, casa della famiglia di uno di essi, per consumare un abbondante pasto, con anche abbondanti bevande alcoliche e risate. Un breve momento di relax dopo cena e poi a nanna, sempre ospitato in quel luogo dal mio amico autista.












Il giorno seguente, una sollecita sveglia, una velocissima toilette e poi di corsa per prendere il bus per proseguire il viaggio all'interno del territorio montano nepalese. Sempre accompagnato dai miei nuovi amici, che mi hanno guidato nel paese prospiciente quello in cui ho alloggiato per la notte, dall'altra parte del fiume, Okhaldhunga.


Un altro bus, un'altra storia.





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