sabato 9 giugno 2012

India e POLVERE.


Attraverso il confine indiano, ma non mi sento veramente in India, mi reco verso gli uffici per far timbrare il passaporto.
All'ufficio immigrazione indiano ci vuole poco tempo, meno per la burocrazia di entrare in India che  per uscire dal Nepal dove all'ufficio immigrazione ci sono sempre dei soggetti che vogliono fare i furboni cercando di fare il loro profitto personale su gli ingnari turisti.. a quelli meno ignari, non potendoli fregare, per dispetto gli fanno perdere un sacco di tempo. Così si passa dal sole alto ancora in cielo all'oscurità del post tramonto e finalmente: INDIA!!!
Il mio corpo necessita di riposo e al momento debito mi viene offerto uno spazio tranquillo composto di un ampia stanza con un ampio letto su cui riposare.
Al risveglio l'INDIA è ancor più INDIA, tipo così: INDIA.







Polvere, una quantità smisurata di polvere provocata dal pesante traffico sulla strada di confine tra Nepal e India. Il primo pasto consumato in india è a base di polvere, aleggia ovunque nell'aria e si sente la sabbia fra i denti, nel naso e anche negli occhi seccati da essa. Anche la prima doccia è a base di polvere, sabbiosa polvere su zaino, vestiti e capelli che sembrano tipo impastati col cemento.
L'unica cosa che mi distrae dalla polvere è la vista di queste bellissime aiuole che costeggiano la strada, un scelta botanica inusuale come piantumazione per il bordo stradale, dimostrazione di quanto sia più evoluta la scelta del manifestarsi naturale delle cose piuttosto che la scelta dell'uomo che punta sul dispendioso artificiale.





Il traffico nella zona di confine è davvero insostenibile, il luogo di cui parlo si chiama Raxaul, una città che è sempre attiva, 24 h al giorno, ma a causa del traffico: notevoli i punti di ristoro e le pompe di benzina abitati temporaneamente dai camionisti con i loro camion e autobus, tutti vecchi, scassati e inquinanti, terribilmente inquinanti. Quando questi giganti delle strade passano lasciano delle fumate nere di catrame che fuoriescono fuori dalle rumorose marmitte; questi camion, a dir la verità non sono giganti, sono abbastanza compatti rispetto a quelli utilizzati in europa o america, però sono davverò enormi in proporzione alle minuscole strade dissestate e disseminate di gigantesche buche, spesso dossi e a volte vere e proprie voraggini... ovviamente il tutto non segnalato. In India sembra vigere un anarchia stradale assoluta, gli automobilisti si comportano come quelli virtuali di Grand Theft Auto, cambiando di corsia improvvisamente e senza preavviso, oltre che guidano in contromano, superano in curva a destra e sinistra, superano anche se ci sono auto nell'altra corsia che tanto o si scansano o si schiantano, per cui tutti optnano per la prima scelta e così quelli che padroneggiano quest'arte della prepotenza stradale viaggiano pericolosamente veloci sulle strade indiane.















Dopo 2 giorni di viaggio nella polvere, sicuramente, gli istanti di relax dati dalla "pausa riposino" passata in una foresta di alberi di mango che piacevolmente ombreggiano la mia pelle, sono stati tra i migliori.. specialmente per il pungente odore di questa biodiversità fenotipica che cresce in questa foresta. Il mio spirito si distacca dal corpo e viaggia sulle ali dei miei sensi alla ricerca di luce, profumi, gusti, che mi pervadono e mi nutrono donandomi tutta l'energia di cui necessito per ripartire, uscire da questo piccolo paradiso di quiete per ritornare nell'immancabile polvere.


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