mercoledì 30 maggio 2012

Costituzione nepalese

12 - 05 - 2012

Tra 2 settimane, qui in Nepal dovrebbe essere depositata la nuova costituzione di questa nazione. Manifestazioni politiche si susseguono con cadenza quasi quotidiana nella capitale, Kathmandu.
La maggior parte delle persone però non si accorge di cosa stia accadendo, non realizza che sta per essere determinatà la libertà di ogni cittadino di questo paese e non realizza che questa costituzione sta per essere depositata da un governo che tiene la nazione imbambolata con stereotipi occidentali mentre manifesta un enorme controllo e repressione militare.
Per precisare la situazione nepalese c'è da dire che, a quattro anni di distanza dalla sua formazione, l'assemblea costituente non ha ancora trovato accordo sulla redazione della carta costituzionale.

I fermenti popolari sono causati dall'incertezza di un governo ed un'assemblea costituente che hanno procrastinato questo importantissimo passo per la nazione, mentre la data di scadenza per il deposito della nuova costituzione è il 27 maggio. In meno di 2 settimane dovrebbe essere deciso parte del destino di questa nazione e dei suoi cittadini e il paese intero vive ancora nell'incertezza più totale di cosa ne salterà fuori. Quello che viene deciso dal governo è un mistero per il cittadino, è "la democrazia di questi tempi".
Intanto, in questo luogo sempre calmo, dove il tempo sembra essere fermato da queste gigantesche montagne, dove nessuno ha mai fretta, la fretta è determinata dalla Corte Suprema del Nepal, che ha deciso il 27 di questo mese come data non più prorogabile.
Con questa data di scadenza così prossima, sono ancora molte le questioni aperte, forse troppe, quali il tipo di governo(federalismo su mod indiano), il numero dei distretti, il nuovo codice penale e civile che prevede leggi anti-conversione, la libertà religiosa e di culto Questa situazione desta preoccupazione e crea tensioni tra la popolazione che è per la maggioranza indù, ma con oltre 70 fra etnie e minoranze religiose.

I partiti politici, come in ogni "democrazia delle banane", non riescono a prendere un accordo e le comunità religiose, specialmente, sono turbate da queste decisioni che dovrebbero determinare un passaggio di questa nazione dall'essere un regno indù a una democrazia laica, anche se tutto ciò sembra un miraggio vista la tormentata storia degli ultimi decenni in Nepal, che continua tutt'ora con piccoli attentati di gruppi separazionisti che, tra l'altro, sono incrementati in questo ultimo periodo.
Questo clima d'incertezza, oltre che da una vasta divisione etnica, è alimentato dall'Assemblea Costituente che, dalla sua elezione nel 2008 ad oggi, ha rimandato per ben 6 volte il termine di consegna della Costituzione.
Una situazione di attesa in bilico tra un perenne ed improduttivo stallo per la nazione e il precipitare in una situazione di caos civile ed istituzionale.

La costituzione è fondamentale nel processo di riconciliazione di questo paese dopo 11 anni di "guerra civile". Il conflitto si era ufficialmente concluso con la caduta della monarchia assoluta indù a cui è seguito un accordo globale di pace tra esercito e maoisti firmato il 21 novembre 2006 davanti a Onu e comunità internazionale, ma sporadicamente continua tutt'ora.
L'esempio sono una serie di attacchi che ha sconvolto la città di Ramanda Chowk nel distretto di Janakapur (nel sud del Nepal). Un altro ordigno è esploso vicino al Janaki Cinema, senza fare vittime o feriti. Invece lo scorso 30 aprile una bomba ha colpito la comunità indigena madhesi durante un meeting per chiedere uno Stato federale indipendente, facendo quattro morti e oltre 30 feriti. La polizia ha imputato entrambi gli attacchi al Janatantrik Tarai Mukti Morcha (Jtmm), gruppo terrorista per la liberazione del Terai, che ha rivendicato l'esplosione del 30 aprile.

Il 04 maggio, il Premier Baburam Bhattarai, leader del Partito Comunista del Nepal, ha annunciato la formazione di un nuovo esecutivo di ampia coalizione, che includerà i due principali partiti di opposizione, il “Congresso Nepalese” e il “Partito Comunista Marxista Leninista” del Nepal.
In ogni caso le masse popolari, gli esseri umani, sono completamente vittime di una mal'informazione e da un distacco dalla realtà politica del paese che permette ai partiti politici, incuranti del benessere del paese, di farsi un gran numero di proseliti affermando "frasette pubblicitarie", discorsi privi di valore, ma di gran effetto su di una popolazione povera, soprattutto culturalmente.
Quelli stessi discorsi pronunciati da tutti i politici di tutto il mondo, quelle frasi programmate da sociologi e cultori del linguaggio, con il solo scopo d'imbambolare, convincere la popolazione umana di cose che non esistono, deviare le menti verso direzioni che altrimenti non prenderebbero.

Così, per lo stesso gioco di potere di pochi che godono nel vedere la sofferenza di molti, nel mentre in cui il Nepal si appresta frettolosamente a depositare una costituzione che forse non sarà la migliore nel rispetto dei diritti umani; dall'altro lato le nazioni europee hanno svenduto a basso prezzo le loro costituzioni, la loro libertà a questo ente che di certo non fa il favore dei cittadini: la comunità europea, quest'illudente palazzo di cristallo, roccaforte di banche e finanza internazionale, presieduta da tecnocrati non democraticamente eletti.

Il fatto che le decisioni governative non vengano prese per il bene dei cittadini si può evincere dalla mancanza di ogni servizio sociale da parte della nazione nonostante vengano pagate abbondanti tasse e sto parlando del Nepal. In europa non c'è nemmeno bisogno di trarre queste conclusioni dall'osservazione del sistema circostante, basta sentire le parole pronunciate dall’economista francese Jacques Attali: «Ma cosa crede la plebaglia europea? Che l’euro l’abbiamo creato per la loro felicità?» per comprendere che tutti, in tutto il mondo siamo dei poveri sottomessi di questi grandi sistemi economici che inquinano ogni desiderio di democrazia; ma con la differenza che, seppur afflitti entrambi da questo comune problema, il Nepal si appresta a creare una sovranità popolare mentre gli stati euoropei l'hanno persa accettando la tirannia della comunità europea, le quali leggi e decisioni sovrastano anche quelle costituzionali di ogni singolo stato.

Mi trovo davvero sconfortato a sperare in questa deposizione della Costituzione nepalese e sperare che sia rispettosa per i diritti dell'uomo quando, noi in europa, abbiamo gettato al vento le nostre di costituzioni, i nostri di diritti umani, quelli ottenuti con la lotta, la ribellione; scritti con il sangue della seconda guerra mondiale. Mi trovo gettato nello sconforto a vedere manifestamente come si può perdere con così tanta facilità qualcosa guadagnato con tanta difficoltà e lavoro; a pensare che un gioco di monopolio economico fatto da pochi possa cancellare le bbattaglie combattute da molti, per la conquista di ogni singola parola scritta in ogni singola costituzione di ogni stato sovrano. Non si può accettare che questa sovranità, la nostra sovranità sulla nostra vita, sulla nostra terra, venga intaccata da storie fanscientifiche di capitali, debiti, crisi.. le quali sono state inventate per l'appunto solo per privarci della nostra libertà e gettarci in un mondo di prigionia economica.


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