venerdì 4 maggio 2012

Notte insonne.


La vista della giungla che si dissolve tra la nebbia nell'oscorutà della notte. La percezione dei pensieri che, anch'essa, si dissolve tra la nebbia della mia lucida confusione, disturbata soltanto dai soliti esseri umani, soliti a impicciarsi degli affari altrui piuttosto che dei propri.
I mille pensieri fluiscono rapidamente in un misterioso contenitore che cerco ancora di scoprire per poterlo distruggere, perchè il mio intento non è quello di contenermi ma bensì quello di espandermi.
Quello che resta, quell'idea di fondo dei miei pensieri, origine e fine di essi, invece, fluisce rapidamente e disordinatamente su un foglio, sporcato da una matita, che veloce su esso si muove, come trascendentale tramite tra il mio ego la realtà specchio di essa che lo circonda. Il foglio in fretta si riempe di caratteri che si susseguono a creare un ipotetico discorso con un ipotetica logica, per poi essere piegato e infilato nella fessura sottostante la porta della prigione che sta giusto in fronte alla porta della mia prigione. Una comoda stanza da letto, di cemento l'intero pavimento, con zanzare in assetto da combattimento, (abitata da un solo elemento divergente da me solo per il sesso in una percezione apparente, ...)
Così i miei pensieri vengono abbandonati alla mia momentanea altra metà, che è la materializzazione della ricerca del mio io in un altra realtà, nell'altra metà di questa momentanea abitazione con simmetrica disposizione delle stanze.


19-3

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