sabato 9 giugno 2012

Patna, India

PATNA









Patna è davvero una città insulsa, pura manifestazione dell'ego degli uomini senza spirito, la sua energia è quasi nulla, nell'esplorare questa città ritrovo in me stesso una calma piatta deile sensazioni, che non sono nulla più e nulla meno di quelle obiettive dei palazzi e del cemento che osservo.
Nulla da a questa città l'aria di essere o nascondere qualcosa di speciale, forse è questa la sua specialità: a Patna non c'è nulla, è uno zero assoluto, un'origine... un ottimo punto di partenza.

L'unica parte di Patna che stupisce davvero i miei sensi è un piccolo quartiere di sole farmacie, centinaia e centinaia di farmacie che si amalgamano tra loro con i tipici odori farmaceutici che ne fuoriescono. Invadenti, che s'insinuano nelle narici, rievocando notevoli ricordi di un mondo di paura che in questi odori denota la pulizia, la salute, l'igiene; io invece denoto solo un odore indubbiamente d'impronta chimica che sporca i miei sensi portando il dubbio nella mia memoria.
In ogni caso vedere un intero quartiere che vive di sola economia farmaceutica è qualcosa di fantastico, un distacco dalla realtà terrena diccicile da immaginare.

Le uniche altre cose che potrei dire di questo luogo sono: che c'è un bel tempio buddhista con un grosso parco che lo circonda. Nel centro si staglia al cielo una nuova costruzione che spiritualmente vale niente, uno sterile luogo di cemento e vetro in mezzo all'erba tagliata all'inglese; intorno alla stazione dei treni c'è una bella vita, un bel mercato con tutto ciò di cui si può avere bisogno, compresi calzolai che possono riparare i vostri sandali scollati in 5 minuti mentre bambini sniffacolla continuano a starvi addosso cercando di elemosinarvi i soldi necessari per la loro dose di solventi quotidiana.
C'è anche un bel Mandhir vicino alla stazione, sempre gremito di fedeli che però, essendo l'ennesima costruzione in cemento che denoto, non degno molto della mia attenzione.

Patna non è una città turistica, neanche minimamente, dunque è raro trovare qualcuno che parli inglese, anche gli studenti universitari ne sono, per lo più, completamente ignoranti.

La cosa più piacevole che ho fatto a Patna è stata andarmene: sono partito proprio con il sorriso di allontanarmi da questa calda di temperatura, ma inemotiva metropoli. Sono stato proprio contento di uscire dal cemento e ritornare nella polvere delle pianure indiane.



























































Ritornerò come il passato remoto di masticare: masticazzi!




Mahatma Gandhi Setu

Mahatma Gandhi Setu over the Gange, a bridge over a full conscientiousness flow.



Un post tutto tranne che interessante, evitate pure di leggerlo tanto narra solo della vibrazione di un ponte, un ponte enorme, gigantesco, un ponte tra 2 mondi, che conduce dalla rurale polvere ad un cementifico ambiente, tipico dell'essere umano, che senza grigiore circostante, nella vita sente un pezzo mancante.
Sotto al ponte smisurato si estende un fiume inesistente, fatto di sabbia e palmeti programmati dalla microsoft games, e poi ancora sabbia, sabbia sabbia... infine il fiume...
Ma la cose sconcertanti di certo non sono la stagione secca e palmeti usciti fuori tali e quali dai videogames, sono i mancati allineamenti dei vari segmenti di questo chilometrico ponte, rappresentazione dell'avanguardia ingegnieristica indiana, il che mi palesa il fatto che come costruttori sono una frana, un disastro, non riescono nemmeno nell'incastro di un puzzle così semplice. Anche se la mia mente può comprendere tale difetto di progettazione, trova assurda la mancata manutenzione di un ponte così importante e trafficato, tanto che per avervi accesso un pedaggio viene pagato. Il luna park del Mahatma Gandhi Setu, offre l'emozione di una costante vibrazione prodotta dalla sollecitazione dei veicoli transitanti, e un ritmico scossone che si trasmette dai loro telai metallici ai passeggeri che tali mezzi sono trasportanti. Tanti, tanti mezzi e tanti passeggeri, che ogni giorno transitano ignari dei vari pericoli che si frappongono tra ogni segmento del ponte e fra il lento scorrimento dei veicoli per permettere l'attrversamento.





Quello che in pochi conoscono è l'assurda vibrazione del ponte, la quale percezione è consentita solo alle poche persone che poggiano i loro piedi sulla cementea sezione. Una vibrazione semplice, che trasmette un semplice messaggio: questo mostruoso ponte è destinato al collasso, al crollo, alla distruzione.



Per dare qualche dato tecnico:
Il Mahatma Gandhi Setu era il più lungo ponte dell'India al momento della sua costruzione nel 1982.
La sua lunghezza è di 5575 metri, distribuita su 48 pilastri che lo sostengono "più o meno bene".
Il Mahatma Gandhi Setu rimane uno dei più lunghi ponti al mondo, sicuramente uno dei più fatiscenti di questa classifica.