Oltrepassando i confini del mercato... c`e` chi resta estasiato e c`e` chi questo sentore mai l`hai provato e nemmeno dell`estasi altrui si e` mai interessato.
Mentre mi perdo, nel tempo, a cercare le forme che caratterizzano lo spazio, vengo visto come un perditempo da chi svende verdure evadendo pure il nazionale dazio.
Il problema di base e` la perduta immaginazione umana, per cui ogni cosa ha un solo uso definito dal suo retorico rito di utilizzo e una sperimentazione alternativa delle cose pare un abuso o cosa strana.
Mi accorgo che il pensiero di chi mi osserva viene portato alla deriva perche` non mi contestualizzo con il tipico uso di questo luogo chiamato mercato; invece sono portato al di fuori dello spazio conosciuto, dove molte domande trovano sfogo.
Il nesso con la mia esperienza personale sta nel fatto che dalle forme dei frutti sono terribilmente incuriosito e attratto, per cui mi ritrovo ad esplorare stupefatto un banco ad uso commerciale con l`intenzione di compreare la natura mercificata solo se il frattale risulta a me perfetto, per questo mi diletto a ricercare la perfezione su ogni bancale, mentre il mercante inizia a pensare che non sono certamente un cliente usuale e non riuscendo ad immaginare una risposta esaustiva per spiegare la mia azione, degenerativa del suo ideale ordine della frutta estiva, alla sua mente, usa l`espressione verbale: "Che stai a fare?" ... Mentre io sono perso in un altro mondo, all`improvviso rinvengo dalla mia frattale esplorazione accorgendomi che al mercante piace scherzare, perche` infastidito dal fatto che gli tocco tutta la frutta, invece di essersi inviperito, con l`ironia ha sopperito il nervoso crescente, per cui prosegue domandante: "Se incontri una donna le tette gliele guardi o gliele tocchi?" Poi spalancando gli occhi e` in attesa della mia risposta inattesa che giunge lesta: "Se sono belle, sono attratto e sembrano perfette le tocco per sapere se sono vere, perche` le percezioni non connesse non sono sempre veritiere e l`essere umano ha inventato artificiose alterazioni, per cui l`annuso pure per non andare incontro a delusioni."
Soddisfatto della risposta, ha sorriso e non ha ritrattato, cosi ho ripreso la mia esplorazione indaffarato a trovare un melone tanto simmetrico quanto prelibato. La mia minuziosa ricerca mi porta alla scoperta di un ambiente distaccato, completamente divergente da quello frenetico del mercato.
L`incomprensione si manifesta nei mercati milanesi come nei mercati asiatici, che sono piu` estesi, affollati e caotici.
I commercianti sono talmente attaccati al profitto da divenire dispotici eppure pedanti, come delle sanguisughe che si attaccano al portafoglio per succhiare i contantanti e il fatto che io invece di contrattare sto a pensare ad un eventuale estinzione delle acciughe, non li rende contenti, perche` mi vorrebbero vedere comprare tutto diventantando, cosi, sempre piu` impazienti. Pero` io non sono nel lutto del consumismo sfrenato e del possesso e oltre all`acquisto di beni ho altri espedienti per soddisfare la curiosita` e godermi gli istanti, scherzando in alcuni momenti con gli avidi commercianti che provano a farmi comprare senza successo, piu` o meno sorridenti a prescindere dai miei contanti, che in ogni caso non li faranno contenti. Se li prendo in giro non lo faccio per dispetto loro, ma piuttosto per diletto mio anche se preferisco perdermi in universi alternativi, tanto distanti quanto vicini, oltrepassando i loro confini nel costatare in entrambi li spazi frattali affini.
Mentre mi perdo, nel tempo, a cercare le forme che caratterizzano lo spazio, vengo visto come un perditempo da chi svende verdure evadendo pure il nazionale dazio.
Il problema di base e` la perduta immaginazione umana, per cui ogni cosa ha un solo uso definito dal suo retorico rito di utilizzo e una sperimentazione alternativa delle cose pare un abuso o cosa strana.
Mi accorgo che il pensiero di chi mi osserva viene portato alla deriva perche` non mi contestualizzo con il tipico uso di questo luogo chiamato mercato; invece sono portato al di fuori dello spazio conosciuto, dove molte domande trovano sfogo.
Il nesso con la mia esperienza personale sta nel fatto che dalle forme dei frutti sono terribilmente incuriosito e attratto, per cui mi ritrovo ad esplorare stupefatto un banco ad uso commerciale con l`intenzione di compreare la natura mercificata solo se il frattale risulta a me perfetto, per questo mi diletto a ricercare la perfezione su ogni bancale, mentre il mercante inizia a pensare che non sono certamente un cliente usuale e non riuscendo ad immaginare una risposta esaustiva per spiegare la mia azione, degenerativa del suo ideale ordine della frutta estiva, alla sua mente, usa l`espressione verbale: "Che stai a fare?" ... Mentre io sono perso in un altro mondo, all`improvviso rinvengo dalla mia frattale esplorazione accorgendomi che al mercante piace scherzare, perche` infastidito dal fatto che gli tocco tutta la frutta, invece di essersi inviperito, con l`ironia ha sopperito il nervoso crescente, per cui prosegue domandante: "Se incontri una donna le tette gliele guardi o gliele tocchi?" Poi spalancando gli occhi e` in attesa della mia risposta inattesa che giunge lesta: "Se sono belle, sono attratto e sembrano perfette le tocco per sapere se sono vere, perche` le percezioni non connesse non sono sempre veritiere e l`essere umano ha inventato artificiose alterazioni, per cui l`annuso pure per non andare incontro a delusioni."
Soddisfatto della risposta, ha sorriso e non ha ritrattato, cosi ho ripreso la mia esplorazione indaffarato a trovare un melone tanto simmetrico quanto prelibato. La mia minuziosa ricerca mi porta alla scoperta di un ambiente distaccato, completamente divergente da quello frenetico del mercato.
L`incomprensione si manifesta nei mercati milanesi come nei mercati asiatici, che sono piu` estesi, affollati e caotici.
I commercianti sono talmente attaccati al profitto da divenire dispotici eppure pedanti, come delle sanguisughe che si attaccano al portafoglio per succhiare i contantanti e il fatto che io invece di contrattare sto a pensare ad un eventuale estinzione delle acciughe, non li rende contenti, perche` mi vorrebbero vedere comprare tutto diventantando, cosi, sempre piu` impazienti. Pero` io non sono nel lutto del consumismo sfrenato e del possesso e oltre all`acquisto di beni ho altri espedienti per soddisfare la curiosita` e godermi gli istanti, scherzando in alcuni momenti con gli avidi commercianti che provano a farmi comprare senza successo, piu` o meno sorridenti a prescindere dai miei contanti, che in ogni caso non li faranno contenti. Se li prendo in giro non lo faccio per dispetto loro, ma piuttosto per diletto mio anche se preferisco perdermi in universi alternativi, tanto distanti quanto vicini, oltrepassando i loro confini nel costatare in entrambi li spazi frattali affini.
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